Per sei persone. Piatto di origine calabra, dettato da mia madre Anna.
Lavare otto melanzane tonde di media grandezza (circa 1 Kg), tagliare il
picciolo, dividerle a metà per il lungo e sbollentarle in acqua
bollente salata per 5 minuti, scolarle e lasciare intiepidire.
Frattanto togliere la crosta da tre panini raffermi e bagnare la mollica
in una ciotola con acqua finché sia ben impregnata, strizzarla molto
bene e metterla in una ciotola capiente,
aggiungere carne trita (circa 400 g; due terzi polpa di manzo, un terzo
lonza di maiale) e impastare bene. Aggiungere un mazzetto di prezzemolo
tritato al coltello insieme a uno spicchio d’aglio.
Con un
cucchiaio togliere la parte interna con i semi della melanzana,
lasciando poca polpa attaccata alla buccia e curando di lasciare un
diaframma dalla parte del picciolo, in pratica formare delle piccole
barchette con la melanzana. Lasciare riposare le mezze melanzane
svuotate capovolgendole su un canovaccio.
Strizzare molto la polpa
delle melanzane, ridurla in poltiglia finissima con l’aiuto della
mezzaluna e unirla al ripieno insieme a qualche cucchiaio di cacio
(parmigiano e/o pecorino) grattugiato e a un uovo intero. Impastare bene
e assaggiare per verificare il gusto, se occorre aggiungere sale fine
e, se gradito, pepe di mulinello. Impastare ancora molto.
Riempire
le mezze melanzane, passarle nel pan grattato quindi friggerle in olioextra-vergine d'oliva ben caldo ponendole prima con la parte del ripieno rivolta in basso e
quindi girandole delicatamente sottosopra (circa dieci-quindici minuti
per parte). Con il ripieno avanzato si preparano ottime polpette
appiattite da impanare e friggere nello stesso modo delle melanzane.
Togliere le melanzane e le polpette quando sono ben dorate e porle a
raffreddare voltate su fogli di carta assorbente (carta paglia).
martedì 21 luglio 2015
martedì 7 luglio 2015
Il Muro, 7 luglio 2015
Costruiscono un muro per guardare
dall’alto i pellegrini che non possono
passare
Viandanti tutti uguali: i panni sporchi
e la miseria in spalla dentro sacchi
afflosciati
Un giorno i loro sogni voleranno
più in alto delle aquile superbe
arroccate
Viaggio di una frase d'amore, 1 marzo 2015
Avvenne un giorno
a una frase d’amore
pericolosamente in bilico
da tempo,
su la soglia del vero,
incapace di scendere
alla bocca, incapace
di viaggiare da sola
tra uno sguardo
e il pensiero,
di trovarsi a danzare,
libera finalmente,
tra una penna tremante
e la carta leggera,
filo d’inchiostro nero.
Così poté volare
sino agli occhi
della mia amata
e allora in una lacrima
si sciolse per intero.
Hanami, 28 marzo 2015
Questa notte ho sognato
che un amico mio caro
chiedeva il senso arcano
di una speciale citazione
apparsa fuori contesto
ma chiusa tra virgolette:
"dove andiamo, andiamo
e indietro non torniamo".
Certo era un sogno strano,
perché mentre cercavo
le parole più adatte
quel mio amico era già lontano.
(dedicata agli amici
che sanno cogliere la bellezza dell'effimero e l'effimero della bellezza)
Itaca, 3 luglio 2015
Ora il tempo che passa
ti conduce al passaggio desolato
dove attendono ancora le sirene
l’occasione perduta con Ulisse.
Già rumoreggia il mare oltre lo scoglio
per contrastare l’abile manovra
dei marinai provati.
Con il sole e le stelle
raggiungeremo Itaca domani.
Non passeremo incolumi sui resti
della tua storia millenaria, Grecia.
Rileggeremo il voto sulla pietra
del tuo viso scavato dalle rughe
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